Schizofrenia e farmaci long-acting
La schizofrenia è una patologia complessa e cronica che può alterare profondamente la percezione della realtà, i pensieri, le emozioni e i comportamenti di chi ne è affetto. Fortunatamente, grazie ai progressi della medicina, oggi disponiamo di strumenti terapeutici efficaci per gestire i sintomi e migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti. Tra questi, un ruolo sempre più centrale è ricoperto dai farmaci antipsicotici a lunga durata d’azione, noti anche come long acting injectables (LAI). Ma cosa sono, e perché stanno cambiando il modo in cui trattiamo la schizofrenia?
Uno dei principali ostacoli nella gestione della schizofrenia è la scarsa aderenza alla terapia: molti pazienti, una volta ridotti i sintomi più acuti, interrompono l’assunzione quotidiana dei farmaci. Questo aumenta il rischio di ricadute, ri-ospedalizzazioni e peggioramento del decorso clinico. I farmaci long acting offrono una soluzione concreta: vengono somministrati tramite iniezioni intramuscolari ogni due, tre o anche sei mesi, assicurando una copertura terapeutica costante e riducendo drasticamente il rischio di dimenticanze o interruzioni.
Numerosi studi dimostrano che in pazienti affetti da schizofrenia farmaci long acting hanno meno ricadute rispetto a quelli che assumono farmaci orali. Ciò si traduce non solo in una maggiore stabilità clinica, ma anche in un miglioramento del funzionamento sociale, delle relazioni e dell’autonomia personale, oltre alla possibilità di ottenere i massimi benefici da una psicoterapia. Per molti, questo significa poter mantenere un lavoro, seguire un percorso formativo o semplicemente vivere con maggiore serenità.
La decisione di iniziare una terapia long acting va sempre condivisa con il paziente, tenendo conto delle sue esigenze, delle sue preferenze e del momento del percorso terapeutico in cui si trova. Non si tratta di una soluzione “uguale per tutti”, ma di un’opzione da valutare attentamente all’interno di un approccio multidisciplinare che coinvolga psichiatri, psicologi, familiari e – soprattutto – la persona con schizofrenia.
Troppo spesso, attorno ai farmaci per la salute mentale aleggia ancora uno stigma. Parlare dei benefici reali e documentati delle terapie long acting significa contribuire a superare pregiudizi e paure infondate. Significa anche riconoscere il diritto di ogni persona con schizofrenia a un trattamento efficace, dignitoso e rispettoso della sua individualità.
Ê importante inoltre ricordare che, proprio come accade per i farmaci orali, anche per le terapie long acting vale la regola della deprescrizione da valutarsi sempre dopo che sia trascorso un congruo periodo di tempo di remissione farmacologica purchè il paziente continui la psicoterapia.
In conclusione, per trattare la schizofrenia farmaci long acting rappresentano una risorsa fondamentale nel panorama terapeutico moderno della schizofrenia. Non solo migliorano l’aderenza e riducono il rischio di ricadute, ma, quando associati a una psicoterapia specifica possono davvero aprire la porta a un futuro più stabile, consapevole e partecipato per molte persone. E questo, in fondo, è l’obiettivo più importante della psichiatria: restituire voce, prospettive e speranza a chi, per un periodo della sua vita, le ha perse.