Adolescence. Una serie TV
Adolescence è una serie TV Britannica che sta mietendo un grande successo tra gli abbonati a Netflix. Se avevate ancora qualche dubbio sul fatto che le problematiche dell’adolescenza siano tra i principali elementi critici del nuovo decennio vi consiglio di guardare questa serie e tutto prenderà immediatamente una nuova prospettiva.
In soli quattro episodi girati in piano sequenza, Adolescence racconta il femminicidio di una ragazza tredicenne assassinata da un coetaneo. La narrazione è intensa e si concentra sull’isolamento emotivo che affligge i ragazzi di questa fascia di età, in particolare nella fragilità maschile che diviene sempre più evidente, nella perdita di contatto tra genitori e figli, nonostante i nuovi padri siano in teoria molto più psicologicamente educati dei loro stessi genitori
Secondo la critica, Adolescence vuole dimostrare una tesi con mezzi simbolici per spiegare agli adulti una realtà di cui essi sono ignari, e che, secondo la rivista online Lucy, è “una realtà cattiva, nuova, in cui i genitori sono ignari di ciò che succede ai figli quando sono in camera loro, così vicini eppure immersi negli schermi”. In pratica, vuole raccontarci la realtà della relazione maschio-femmina secondo l’ottica dei creatori della serie.
Gli autori infatti affermano di voler approfondire l’analisi delle problematiche dei giovani maschi in fieri. Tra queste, l’alienazione, la rabbia, l’aggressività che nascono dagli squilibri sociali e che vengono alimentate dall’ignoranza, dalla pressione dei social e dall’abuso di pornografia online. Un mondo questo, popolato da oscure figure che propinano ai giovani consumatori contenuti fortemente misogini e suprematisti maschili definiti in inglese manosphere (in italiano, manosfera). In un’intervista alla BBC il premier inglese Mr. K. Starmer ha proposto la proiezione gratuita della serie nelle scuole del regno al fine di utilizzarne gli spunti educativi.
La Gran Bretagna ha infatti annunciato, prima in Europa, l’introduzione nei programmi scolastici delle scuole medie di corsi di educazione relazionale nella speranza di riuscire a scalfire l’impatto sui ragazzi di influencer quali Andrew Tate. Secondo The Conversation, il segreto del successo dell’influencer britannico si basa proprio sulla sua capacità di dar voce ai cosiddetti involuntary celibates, quegli uomini che sono convinti di essere rimasti soli in quanto svantaggiati dalla selettività nella scelta dei partner operara dalle donne.
Visto che in Italia i femminicidi sono ormai una realtà endemica, non sarebbe sbagliato prendere in seria considerazione l’idea di emulare l’iniziativa del Regno Unito promuovendo un programma formativo diretto agli studenti delle medie inferiori sulle competenze sessuo-affettive. Sarebbe una scelta più che equa in un paese in cui ancora non si è spento il ricordo della legge sul delitto d’onore che venne abrogata soltanto nel 1981.