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L’essenza del disturbo borderline di personalità

disturbo borderline di personalitàQual è la vera essenza del disturbo borderline di personalità? Quando parliamo di questo disturbo, infatti, non ci riferiamo a una semplice etichetta psichiatrica. È piuttosto un’esperienza di vita complessa, un modo di sentire e di relazionarsi con gli altri che porta con sé una tensione continua tra il desiderio di essere amati e la paura di essere abbandonati. Chi vive questa condizione spesso si muove come su un filo sospeso tra due estremi: vicinanza e distanza, rabbia e tenerezza, speranza e disperazione.

L’essenza del disturbo borderline di personalità sta in una sensibilità acuta, quasi bruciante, che rende ogni legame affettivo intenso fino al limite della sopportazione in quanto non si riesce a trovare la giusta distanza emotiva dagli altri. Le emozioni sono disregolate e arrivano come onde improvvise, violente, difficili da contenere. Non si tratta di “esagerare”, ma di vivere con un sistema sensoriale sempre acceso e ipersensibile al minimo segnale di rifiuto.

Un piccolo ritardo in una risposta, uno sguardo distratto, una parola mal interpretata possono accendere la tempesta: il mondo interiore diventa subito instabile, oscillando tra la certezza di non valere nulla e la ricerca disperata di conferme. È come se il confine che separa sé stessi dall’altro fosse fragile, poroso, sempre a rischio di crollo.

In origine il termine “borderline” indicava una posizione di confine tra nevrosi e psicosi, ma oggi sappiamo che è molto più: è un modo doloroso e complesso di costruire un’identità che dipende fortemente dagli altri. L’altro diventa uno specchio indispensabile per sentirsi vivi, ma al tempo stesso minaccioso perché può sempre svanire o tradire.

Tra le manifestazioni più difficili da comprendere dal di fuori c’è l’autolesionismo. Per chi vive il disturbo borderline, atti come il ferirsi, il tagliarsi, il bruciarsi, o altri gesti di autolesionismo cosiddetti “di natura non suicidaria” rappresentano una strategia immediata per regolare emozioni intollerabili. In momenti di angoscia, la sofferenza emotiva può essere così travolgente che il corpo diventa il luogo in cui convertire quel caos in qualcosa di tangibile, controllabile e (paradossalmente) rassicurante.

L’autolesionismo, perciò, va letto come un linguaggio: un modo di dire “aiutami” quando le parole mancano, e una tecnica di sopravvivenza che dà sollievo temporaneo a emozioni che altrimenti travolgono. Questo non lo giustifica, ma lo rende comprensibile. Dietro ogni gesto c’è una richiesta di contenimento, di riconoscimento, la prova che il dolore esiste e che qualcuno lo prenda sul serio.

Comprendere l’essenza del disturbo borderline di personalità significa spostare lo sguardo: non giudicare la persona come “manipolativa” o “pericolosa”, ma coglierne la vulnerabilità radicale e offrire percorsi di cura che insegnino modi più sicuri ed efficaci per regolare le emozioni. Terapie specifiche, relazioni terapeutiche stabili e rete di supporto possono trasformare la sofferenza in un percorso di riparazione.

Lo stesso vale per quelle sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione che rappresentano il cosiddetto stile delirante del disturbo, ovvero un delirio scatenato da crisi relazionali che a differenza di quello della schizofrenia rimane sempre transitorio, brevissimo, atipico, potremmo chiamarlo quasi un “pulviscolo psicotico” che però non scivola mai nella psicosi. Eppure, fa soffrire (e tanto) i pazienti quando lo sperimentano.

Ecco perché parlare di borderline è anche parlare di responsabilità collettiva: ascoltare senza stigmi, informarsi, offrire aiuto concreto. Perché il bisogno più profondo resta sempre lo stesso — essere visti, contenuti e riconosciuti. E questo non è facile.

Non è facile perché non esiste una tipicità in questo disturbo, e così ogni volta che lo identifichiamo in un paziente dovremmo chiederci: “come e quanto è borderline questa persona che ho davanti a me?” Una domanda non facile da farsi per chi non è uno specialista addestrato in materia.