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La diagnosi di autismo negli adulti

diagnosi di autismo negli adultiLa diagnosi di autismo negli adulti sta diventando frequente. Quando si pensa all’autismo, l’immagine che più spesso viene in mente è quella di un bambino, ma il disturbo dello spettro autistico (ASD) non scompare con l’età, nè viene diagnosticato solo da bambini, anzi, sempre più persone ricevono una diagnosi di autismo da adulti, spesso dopo una vita intera di difficoltà non comprese o erroneamente interpretate.
In questo post cercherò di spiegare perché l’autismo non riguarda solo i bambini, come riconoscerne i segnali negli adulti, e perché ottenere una diagnosi in età adulta può cambiare la vita (in meglio).

Per anni, l’autismo è stato diagnosticato quasi esclusivamente in età infantile. Questo ha portato migliaia di adulti neurodivergenti a vivere senza la consapevolezza della propria condizione. Adulti che per anni si sono sentiti “diversi”, incompresi o fuori posto, senza riuscire a spiegare il perché. Spesso, queste persone hanno ricevuto altre etichette quali: ansia, depressione, disturbo borderline, disturbo ossessivo-compulsivo, o sono state definite semplicemente “introverse” o “strane”. Ma la vera causa poteva essere l’autismo, mai considerato perché i loro disturbi non corrispondevano all’idea stereotipata del bambino autistico.

Una delle ragioni per cui l’autismo viene diagnosticato tardi è che può presentarsi in modo sottile. Parliamo di adulti cosiddetti “ad elevato funzionamento”, capaci, autonomi, spesso con una carriera o una famiglia. Tuttavia, dietro queste apparenze possono celarsi difficoltà invisibili:

  • fatica nella comunicazione sociale,

  • ipersensibilità sensoriale,

  • necessità di routine rigide,

  • esaurimento sociale (chiamato anche burnout autistico o autistic burnout).

La diagnosi di autismo negli adulti sta diventando frequente anche perché donne e persone non binarie tendono a ricevere la diagnosi molto più tardi, in quanto mascherano meglio i propri tratti autistici per adattarsi alle aspettative sociali. Questo fenomeno è noto come mascheramento. Ricevere una diagnosi di autismo dopo i 30 o 40 anni può essere uno shock, ma per molti è un sollievo. Finalmente si dà un nome a esperienze che prima sembravano inspiegabili. In particolare, i vantaggi di una diagnosi ottenuta da adulti includono:

  • una maggiore autocomprensione,

  • una riduzione del senso di colpa o di inadeguatezza,

  • l’accesso a strategie di supporto terapeutico personalizzate,
  • la possibilità di ottenere adattamenti alla propria problematica sul lavoro o nella vita sociale.

Per molti, la diagnosi di autismo da adulti è un momento liberatorio, che permette di iniziare a guardare al proprio passato con occhi nuovi, meno giudizio e più accettazione. Aumentare la consapevolezza sull’autismo negli adulti è fondamentale. Significa superare pregiudizi, formare i professionisti della salute mentale e offrire strumenti adeguati per una diagnosi tempestiva, anche dopo l’infanzia.

Infine, significa accettare la neurodivergenza come parte della diversità umana, senza cercare di “curare” o “aggiustare” chi funziona in modo diverso dai cosiddetti neurotipici. In somma anche le diagnosi psichiatriche evolvono in senso positivo per i cosiddetti “pazienti”.